EMERGENZA MESSICO

UNIDOS VENCEREMOS. Insieme ricostruiremo.

Il forte terremoto che ha colpito il Messico ha interessato le province di alcuni produttori Altromercato. La situazione più grave è quella di UCIRI, nello stato di Oaxaca, produttore storico di caffè, un simbolo per tutto il Commercio Equo e Solidale. Altromercato si è attivato per sostenere i produttori coinvolti e ha prontamente contattato le Province Autonome di Bolzano e Trento per avviare un progetto di emergenza.
Tutti insieme possiamo fare qualcosa!
 
Ora più che mai è importante sostenere i produttori del Messico e le loro comunità, acquistando i loro prodotti, i frutti della loro terra. Con il tuo semplice gesto possiamo dare una forte risposta per la rinascita, ci permetterai di mantenere la continuità degli acquisti in futuro.
 
La situazione: aggiornamenti

La Provincia Autonoma di Bolzano ha approvato il  contributo di 30.000 Euro per sostenere UCIRI dopo i danni causati dal Terremoto che ha colpito il Messico.Riportiamo di seguito un estratto dell’email che abbiamo ricevuto da Francisco Van Der Hoff, con i suoi ringraziamenti e con qualche ulteriore aggiornamento sulla situazione di Uciri:

“Cari amici di Altromercato,il finanziamento della Provincia di Bolzano è una buona notizia che ci riempie di gioia.
(…) Grazie mille ad Altromercato per averci aiutato ad accedere al bando per gli aiuti straordinari.
Grazie alla solidarietà della vostra Provincia ci sono già dei finanziamenti per affrontare i problemi più urgenti (cibo, vestiario, materassi, coperte, culle, teloni, lamiere per i tetti ecc.). Ci sono una marea di problemi.
Abbiamo appena avuto due giorni di incontri con circa 200 soci provenienti da tutte le comunità, alcune pesantemente colpite, altre totalmente dimenticate dalle istituzioni. Abbiamo appena acquistato un mezzo di trasporto di tre tonnellate per trasportare le cose più urgenti e necessarie alle comunità. Per fortuna adesso la maggior parte delle strade sono aperte e la pioggia si è calmata. Ora possiamo cominciare con la ricostruzione, nonostante i dubbi che abbiamo rispetto al programma di ricostruzione governativo (molto tedioso e lento), ma continueremo a insistere e tenere duro.
Per fortuna sono arrivati aiuti da altre località messicane – soprattutto delle regioni del nord che hanno mandato interi camion con molti prodotti.
Alcuni miei parenti e amici olandesi verranno qui per aggiustare i macchinari danneggiati di UCIRI, per i quali urge una riparazione. Tutti e tre sono meccanici specializzati in mezzi pesanti e in questo modo possiamo garantire i mezzi agricoli per il prossimo raccolto.
Teniamo alto lo spirito.
Con i migliori auguri, teniamoci in contatto
Francisco.”
“A volte la nostra Madre Terra si arrabbia molto e chiama attenzione alla sua fragilità. Solo se ci uniamo tutti, possiamo affrontare queste terribili sfide e mitigare le sofferenze delle tante persone coinvolte”. 

 

Francisco Van der Hoff

Da giorni siamo costantemente in contatto con i produttori messicani, per capire gli effetti del terremoto a breve e lungo termine e per esprimere la solidarietà di Altromercato. La situazione è, purtroppo, in continua evoluzione.

Come già intuivamo dalle prime notizie, la situazione più grave resta quella di Uciri, produttore storico del Commercio Equo e Solidale a livello mondiale di caffè biologico. La sede di Uciri, nello stato di Oaxaca, si trova a pochi chilometri dalla costa, poco distante dall’epicentro del terremoto che ha colpito Chiapas e Oaxaca il 7 settembre. Numerose sono state le scosse nei giorni successivi, più brevi ma comunque intense e terribili.

Francisco van der Hoff, fondatore di Uciri, ci scrive che il terremoto di sabato scorso li ha colpiti nuovamente con grande forza. L’epicentro è stato a Ixtaltepec (dove vive Francisco), che non era stata così colpita nel primo sisma, e ora vi sono moltissimi danni, anche gli uffici e il magazzino di Uciri al momento sono inagibili. Francisco aggiunge: “i disastri naturali come questo terremoto ti fanno sentire la totale impotenza nei confronti delle forze nefaste della nostra terra. A volte la nostra Madre Terra si arrabbia molto e chiama attenzione alla sua fragilità. Solo se ci uniamo tutti, possiamo affrontare queste terribili sfide e mitigare le sofferenze delle tante persone coinvolte”.
Nelle città di Juchitán e Ixtaltepec la situazione è drammatica: ci sono delle vie che sono state totalmente devastate e tutte le abitazioni sono crollate o fortemente danneggiate. Alcune case che non erano state distrutte dalle prime scosse, sono crollate ora. 435 soci di Uciri e altre 350 famiglie sono senza casa. Anche la scuola comunitaria è distrutta. Molte persone vivono per strada e dormono con una coperta, il traffico è nel caos più totale. In ogni momento anche chi ha un tetto deve essere pronto a uscire per strada a causa delle forti e continue repliche del terremoto.

Francisco ci dice che è molto pericoloso e aggiunge: “Manteniamo la calma, almeno cerchiamo. Come dicono i soci: va tutto molto male, ma mais e fagioli ci sono, quest’anno la raccolta è stata buona, ha piovuto parecchio. Adesso però non vogliamo la pioggia. Da due giorni sta piovendo moltissimo con forti fulmini e questo per noi è terribile”.

Ci sono dei villaggi con cui non si riesce ancora a comunicare, soprattutto nella zona di Mixe; i tecnici di Uciri stanno cercando di raggiungerli, sperando che non vi siano ulteriori brutte notizie.

In altri paesi molto colpiti, come San José el Paraíso e Cuatlan, vi sono persone ferite che devono ancora essere trasferite in elicottero al più vicino ospedale, poiché le strade sono completamente distrutte.

Uciri stessa e molte famiglie della zona hanno subito raccolto viveri di prima necessità, coperte e vestiti e organizzato la distribuzione agli abitanti della “sierra” (le zone montagnose vaste e poco collegate con circa 60 villaggi), nonché hanno allestito i “comedores”, dove chi è senza casa può ricevere un piatto caldo. Oltre all’aiuto concreto, stanno “urlando” perché gli abitanti della sierra vengano minimamente aiutati. Il governo è completamente assente nella sierra e si concentra solo sulle cittadine di Juchitán, Ixtaltepec e su Città del Messico.

La cosa più urgente è iniziare con la ricostruzione delle case, e a seguire quella dei cafetales. Dai calcoli di Uciri una casa molto semplice, costituita da una camera e un cucinino (come nelle case tradizionali della zona) costa circa $ 3.500. Uciri acquisterà i materiali per la ricostruzione in forma collettiva, in modo da garantire un certo risparmio ed evitare che i campesinos vengano sfruttati dagli speculatori locali.

Da una prima stima ci vorranno almeno € 150.000 per la ricostruzione e la messa in sicurezza di case, strade e gli altri edifici. Altromercato ha prontamente contattato le Province Autonome di Bolzano e Trento per attivare un progetto di emergenza.

Purtroppo i fondi governativi messicani non saranno sufficienti per la ricostruzione, considerato che un secondo terremoto ha colpito fortemente la zona della capitale.

Nonostante i gravissimi danni alle strade, fortunatamente Uciri è riuscita a far partire il container di caffè pronto per la spedizione verso l’Italia. Questa notizia ci dà speranza e ci fa capire quanto sia importante continuare ad appoggiare l’attività produttiva ora e nei mesi futuri.

 

Filippine, dove il commercio equo resiste alla repressione del governo

Filippine, dove il commercio equo resiste alla repressione del governo

6Ruth Fe Salditos è l’anima del “Panay Fair Trade Center”, organizzazione filippina nata nel 1991 che produce (anche) lo zucchero bio Mascobado in vendita nelle botteghe italiane. Oggi garantisce un lavoro a oltre 500 persone in un Paese devastato dalla violenza. Il 7 novembre inaugura invece a Trento la nuova edizione del festival internazionale di cinema, cibo e videodiversità “Tutti nello stesso piatto”

Sono passati 9 anni da quando Ruth Fe Salditos fece tappa in Italia -in occasione di Terra Madre a Torino e con il sostegno di Altromercato- per raccontare l’esperienza del “Panay Fair Trade Center” (Pftc), l’organizzazione filippina di commercio equo e solidale con sede nell’omonima isola situata 500 chilometri a sud di Manila. Fondato nel 1991 per iniziativa di 25 donne, il Pftc coinvolgeva nel 2008 350 contadini e trasformatori e aveva da poco inaugurato la prima bottega del mondo a Panay. Già allora produceva per Altromercato lo zucchero di canna integrale Mascobado -certificato bio, con importanti proprietà nutritive e un aroma intenso con sentori di liquirizia- e le “banana chips”, fettine di banana fritte in olio di cocco e addolcite con lo zucchero di canna. “I lavoratori coinvolti nel processo di lavorazione delle banane, ottengono al giorno una cifra che è superiore di almeno due terzi rispetto al salario percepito in un’altra impresa -sottolinea Altromercato-. Il pagamento viene fatto complessivamente al gruppo, che poi provvede a suddividerlo in parti uguali tra tutte le lavoratrici”.

Oggi nelle botteghe del mondo troviamo anche le “Zen-zì” del Pftc, gelatine naturali allo zenzero con il Mascobado. L’associazione è cresciuta in questi anni fino a dare lavoro oggi a 500 persone, come racconta Ruth, nuovamente in viaggio in Italia grazie ad Altromercato e alla rete Veneto Equo. “Abbiamo 6 mulini per la spremitura delle canne da zucchero e una produzione di 1.000 tonnellate all’anno. L’80% del nostro zucchero è venduto in Italia tramite Altromercato; il resto lo esportiamo principalmente in Germania, Sud Corea e Giappone”, dice. Con la sua crescita Pftc ha generato la “Fair Trade Foundation Panay”, una fondazione che promuove la tutela dei diritti umani facendo pressione sulle autorità locali. In questi anni, infatti, Pftc ha pagato un prezzo troppo altro per il suo impegno nella giustizia sociale.
Già nel 2008 Ruth si era fatta portavoce in Italia dell’impegno politico e sociale portato avanti da Pftc nelle Filippine, per tutelare la democrazia, i diritti delle comunità indigene e l’autodeterminazione delle comunità locali. Il Paese stava uscendo dalle dittature di Ferdinand Marcos (dal 1965 al 1986) e Joseph Estrada (dal 1998 al 2001) e si doveva affrontare il grave problema dei “desaparecidos”. Tra questi, Maria Luisa Posa Dominado e Nilo Arado, collaboratori di Pftc, sono scomparsi nell’aprile 2007.

Pochi anni dopo, nel 2013, proprio Ruth è stata coinvolta nella repressione governativa, con l’accusa di fare parte del movimento terroristico “New people army”. Allora in tanti si mobilitarono per chiedere la sua assoluzione, manifestando solidarietà con numerosi attivisti “che rivendicano una riforma agraria e la difesa dei diritti dei lavoratori” e “sono spesso arbitrariamente indicati come appartenenti a questi gruppi armati” perché “scomodi ai poteri politici e alle economici locali” (https://www.change.org/p/call-to-drop-the-charges-of-rebellion-against-ruth-fe-salditos).

La primavera successiva, il 15 marzo 2014, il presidente di Pftc, Romeo Capalla -già incarcerato nel 2005 con il sospetto di far parte della rivoluzione armata- è stato ucciso nella piazza del mercato di Oton. E dopo soli tre mesi, Dionisio Garete -leader della “Kamada farmer’s association”, uno dei gruppi di contadini produttori del Mascobado- viene assassinato a Janiuay. Pftc ha continuato a chiedere giustizia e verità e a portare avanti i progetti per un’economia più equa e rispettosa dei diritti dei lavoratori. Dal giugno 2016 Rodrigo Roa Duterte è salito alla guida del Paese, avviando una estenuante guerra alla droga senza precedenti. Una politica che, nelle stime di Human Rights Watch, ha causato la morte di 12mila persone negli ultimi 15 mesi, sospettate di essere coinvolte in traffici illeciti. Migliaia di esecuzioni sommarie sono state condotte “da, o per conto di, una polizia che agisce al di fuori della legge, su ordine di un presidente che non ha mostrato altro che disprezzo per i diritti umani e per coloro che li difendono“, scrive Amnesty International. Inoltre, scrive Human Rights Watch, oltre 130mila detenuti sono in attesa di un processo nelle carceri del Paese che hanno una capacità massima di 20.400 posti.
In questa grave situazione, gli occhi speranzosi di Ruth dicono ancora che “la strada del commercio equo e solidale è la giusta direzione”. “Quello che sta succedendo nelle Filippine -dice- non può che renderci ancora più resilienti e determinati nel portare avanti i nostri valori e i progetti per la tutela dei diritti dei lavoratori e la difesa della democrazia”.

Fonte: https://altreconomia.it/ruth-filippine/

100 Sindaci per il Commercio Equo

Approvare subito la Legge sul Commercio Equo

Siamo a novembre e nonostante le ripetute richieste e solleciti per  l’approvazione della Legge nazionale sul Commercio Equo, attendiamo ancora la fine dell’iter legislativo che porterebbe alla storica approvazione di una legge a sostegno del movimento del Commercio Equo e Solidale italiano e che darebbe maggiori garanzie e trasparenza ai cittadini e consumatori. L’approvazione alla Camera risale al marzo 2016 e da allora, aspettiamo che si riesca a portare a compimento quella al Senato altrimenti, terminata la Legislatura sarebbe tutto da rifare, sprecando ancora una volta un’opportunità importante per il nostro paese.

A poche settimane dalla conclusione della fiera Tuttaunaltracosa, Fiera Nazionale del Commercio Equo e Solidale tenutasi a Osnago (LC), Assobotteghe, Equo Garantito e Fairtrade Italia, richiamano l’attenzione sul provvedimento invitando i Sindaci italiani ad una raccolta firme per sollecitare una rapida approvazione.

La Petizione 100 sindaci per il Commercio Equo e Solidale

Qui il testo della petizione con cui vogliamo invitare gli amministratori ad essere soggetti attivi nella promozione del Commercio Equo sia attraverso le loro politiche interne all’amministrazione, sia verso altri soggetti istituzionali e in particolare verso i Senatori che ancora stanno valutando la legge in vista dell’approvazione finale.

Dal testo della petizione –

“Questa è una lettera aperta, che intendiamo sottoscrivere quali rappresentanti dei cittadini, al fine di promuovere e sostenere il commercio equo e solidale come esempio di partnership attiva per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Già definito dal Presidente della repubblica Giorgio Napolitano «un apprezzabile fenomeno che riesce a coniugare i valori della libera impresa e della solidarietà», il commercio equo e solidale è stato recentemente riconosciuto e valorizzato nella riforma del terzo settore e nella riforma della cooperazione internazionale. Gran parte delle regioni italiane già hanno approvato normative specifiche.

Nel mondo oggi 1800 città eque e solidali hanno preso un impegno forte in questa direzione e il movimento italiano si sta muovendo per promuovere e rafforzare la campagna anche in Italia.

La legge nazionale sul commercio equo e solidale, che uniformerebbe la normativa di settore, ha già avuto ampia approvazione alla camera dei deputati ma rischia, se non approvata entro la legislatura, di dover re-iniziare l’iter, con notevole spreco di risorse”.

Per questo motivo, gli amministratori locali aderenti invitano altri amministratori, dopo un’attenta riflessione, a perseguire e supportare modelli di produzione e di consumo equi e sostenibili, a favorire il collegamento tra i produttori e i lavoratori svantaggiati, a garantire una catena del valore sostenibile per il conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.

A tal fine auspicano anche una rapida conclusione dell’iter legislativo e invitano gli onorevoli senatori a ratificare al più presto il disegno di legge che promuove e favorisce il commercio equo e solidale, fondamentale leva per diminuire le disuguaglianze e consolidare scelte di consumo responsabile.

Inoltre invitano gli amministratori degli enti locali a sottoscrivere la presente petizione con la quale si ribadisce il sostegno e l’impegno della propria amministrazione a favore di una rapida approvazione del testo di legge sul commercio equo e solidale, che per la prima volta racchiuda in modo organico un riconoscimento da parte della Repubblica italiana e un invito alla promozione.

Rivolgiamo questo invito come amministratori locali, ma anzitutto come cittadini. Speriamo che venga accolto da numerosi enti locali, coinvolgendo deputati e senatori attivi nei territori, quali rappresentanti dei cittadini.

Per info e adesioni – equosolidale@assobdm.it

Qui i primi firmatari e Comuni aderenti

Paolo Brivio, Sindaco di Osnago (LC)

Virginio Brivio, Sindaco di Lecco
Ermanno Pruzzi Sindaco di Torrazza Coste (PV)
Mario Tentori, Sindaco di Barzago (LC)
Stefano Motta, Sindaco di Calco (LC)
Massimo Depaoli, Sindaco di Pavia
Cinzia Gazzaniga, Sindaco di Pinarolo Po (PV)
Alessandro Zocca, Sindaco di San Martino Siccomario (PV)
Simone Negri, Sindaco di Cesano Boscone (MI)
Francesca Rogato, Sindaco di Belgioioso (PV)
Nicola Lamberti, Sindaco di Borgarello (PV)
Chiara Rocca, Sindaco di Gropello Cairoli (PV)
Ivana Vacchini, Sindaco di Landriano (PV)
Alessandro Origo, Sindaco di Verderio (LC)
Renzo Rotta, Sindaco di Paderno D’Adda (LC)
Carla Amici, Sindaco di Roccagorga (LT)
Domizia Clensi, Sindaco di Travacò Siccomario (PV)
Marcello Infurna, Sindaco di Certosa di Pavia (PV)
Giovanna De Capitani, Sindaco di Cernusco Lombardone (LC)
Daniele Villa, Sindaco di Robbiate (LC)
Giovanna Ghislandi, Sindaco di Imbersago (LC)
Franco Carminati, Sindaco di Montevecchia (LC)
Efrem Brambilla, Sindaco di Santa Maria Hoè (LC)
Filippo Galbiati, Sindaco di Casatenovo (LC)
Stefano Fumagalli, Sindaco di Lomagna (LC)
Roberta Trabucchi, Sindaco di La Valletta Brianza (LC)
Federico Airoldi, Sindaco di Brivio (LC)